Come nascono le leggende? È una domanda che mi sono posta alcune volte nel tempo, senza mai darle molta importanza, questo fino a poco tempo fa.
Nelle antiche tradizioni native, la saggezza e la tradizione stessa, venivano tramandate attraverso storie di potere, leggende, racconti, che potevano risultare affascinanti e allo stesso tempo enigmatici.
Alcune di queste storie mi sono state narrate in momenti ostici.
Ricordo, in particolare, quando ero in Messico e insieme alle mie compagne di seminario, stavamo disperatamente cercando di accendere un falò per scaldare le pietre che sarebbero servite per il rituale del Temazcal. Eravamo sull'orlo dello sconforto perché stava imperversando una tremenda tempesta con acqua a secchiate, fragore di tuoni e fulmini, mentre tentavamo di alimentare le flebili fiamme che assomigliavano più a dei fuochi fatui. Non so esattamente quando e come, ma nel tempo giusto, il Maestro Nahual cominciò a narrare il racconto di alcuni fratelli che a dire il vero non ricordo cosa facessero e soprattutto ho dimenticato la morale della storia, perché finiva in un modo un po' strano, sicuramente da interpretare, cosa che in quel frangente mi era difficile. Comunque, nonostante in pratica il mio cervello non avesse memorizzato le parole di ciò che stavo ascoltando, qualcosa è successo, perché da lì a poco il fuoco ha cominciato a prendere vigore e siamo riuscite nell'impresa.
Le leggende e le storie di potere Nahual.
"Le leggende sono brevi racconti che nascono quando l’immaginazione popolare ‘gioca’ con la realtà. Nel loro insieme sono certamente uno dei più bei prodotti dell’intelligenza umana perché parlano, sì, di fatti veri, ma lo fanno usando tutti i trucchi delle finzioni narrative dei grandi scrittori. È per questo che molte leggende hanno attraversato i secoli passando di bocca in bocca da padre a figlio." Enciclopedia Treccani.
Questa è la definizione di leggenda. Le storie di potere sono meno favoleggiate, più dirette e a volte più enigmatiche delle prime. Sono racconti di fatti accaduti riproposti seguendo un filo apparentemente logico, con una conclusione che talvolta può lasciare nella perplessità, talaltra divampa nella mente come un fulmine a ciel sereno lasciando spazio alla comprensione.
Quello che ora mi interessa però scoprire è come nasce una leggenda o come diventa un racconto una storia di potere e se ce ne sono di nuove o si continuiamo a perpetuare quelle antiche.
Le leggende sono diventate nei secoli un nutrimento per i cuori degli ascoltatori, garantendo la vita delle stesse e l'evoluzione delle anime in ascolto. E oggi? C'è niente di nuovo?
Nuove leggende di animali.
Quello che sto per raccontarvi non comincia con "C'era una volta..." tuttavia sembra perdersi nel tempo, o ritrovarlo, e nei confini tra realtà e immaginazione, o trovare il suo spazio, e a tratti rasenta l'assurdo, ma io so che è successo, nell'adesso e nel qui, e che è importante raccontarlo e raccontarlo ancora.
E. e il Gufo.
"Sto camminando nei boschi, E. davanti a me.
Sono catturata dalle meraviglie della natura che mi circonda e così non mi accorgo subito di quello che sta accadendo alcuni metri più in là, di fronte a me.
D'altronde è risaputo, i gufi hanno ali che terminano in morbide piume che attutiscono il rumore del volo e per questo sono abili predatori che planano d'improvviso sulla preda senza essere percepiti prima.
Sì, lo sapevo, ma non lo avevo mai visto accadere, prima d'ora.
Le urla di E. mi distolgono dall'incanto, un enorme gufo reale lo sta attaccando! Com'è possibile? Attacca l'uomo?! Siamo in pieno giorno! Perché? E poi come fa ad essere così grande?!
Tra colpi di becco e sciabolate di ali, E. cerca disperatamente di difendersi incredulo per quello che sta succedendo, ma determinato a non cedere. Dopo un'estenuante lotta, apparentemente assurda e di fronte alla quale mi sento inerme, tutto si placa... E. ha vinto!
Il gufo reale è sconfitto! Così credevamo noi.
L'enorme rapace si riduce di dimensioni e vola su un grande albero guardiano. Coi suoi profondi e saggi occhi umani, guarda E. con approvazione e stima per il coraggio dimostrato e con il capo ci fa cenno di passare, siamo i benvenuti nella foresta incantata della terra di mezzo tra Romagna e Toscana."
Gli animali che incontriamo sul nostro cammino, raccontano molto di come stiamo vivendo e ci indicano qualcosa, sta a noi cogliere il segnale e scoprirne il significato.
Il Gufo è simbolo di una conoscenza profonda, ha la capacità di guardare e vedere tutto, è depositario dei segreti e quando arriva come Animale Guida, aiuta a vedere negli spazi bui dell'anima e portare luce nelle situazioni intricate.
È letteralmente piombato su E. per rallentare il suo incedere in modo che E. potesse testare la propria determinazione nel cammino di consapevolezza che ha scelto di intraprendere verso il proprio mondo interno e nell'incontro con le zone d'ombra che lì si trovano.
La tana del Lupo
"Sono così belli i faggi! I faggi per me sono gli alberi delle fate, sarà per il loro tronco liscio a pois e la dolce energia che emanano. Aspirando a pieni polmoni l'aria gentile del bosco che alleggerisce il peso dello zaino, E. ed io camminiamo arrivando ad un ponticello, quelli classici di legno che uniscono le sponde dei torrenti di montagna. Di fianco al ponticello c'è una casetta interamente ricoperta di foglie rosse, le stesse che si allungano in sottili tentacoli attorcigliandosi nelle assi del ponte. Noi passiamo incautamente affascinati da quel rosso intenso così diverso dal verde morbido di prima. Il rosso ci ha stregato.
Come fosse entrato in noi, il richiamo del rosso ci guida diritti verso un cancello rosso, grazioso e adornato da due piccoli lupi in ferro battuto, che lascia intravedere una casa fiabesca dal tetto rosso, le imposte rosse e profilata di rosso. Incantati, sostiamo per un tempo indefinito ad osservare i dettagli rossi ed una scritta che lascia poco all'immaginazione: la tana del lupo.
Urca! La tentazione sarebbe di entrare, no di scappare. No, io vorrei tanto entrare... Il cancello resta chiuso, sospiro, sorrido e procediamo. Dopo un'oretta di cammino facciamo una sosta per la colazione. Un signore cordiale si avvicina, vede gli zaini e chiede dove siamo diretti. Io non avevo notato apparentemente nulla di strano, nessuna coda, niente orecchie grandi. Per qualche inspiegabile motivo noi gli raccontiamo della casa con il cancello rosso. È la sua! Ci invita ad andare con lui.
Il signore è davvero gentile e non valutiamo che, se è il proprietario della tana del Lupo, forse non è un signore normale... oddio, che sia un lupo?! Troppo tardi, è un Lupo. E lo scopriamo una volta varcato il cancello rosso.
Come spesso la vita insegna,
le cose non sono come sembrano o come le raccontano.
Davanti a noi, al posto del signore gentile, un saggio lupo grigio, tutt'altro che animato dalla voglia di "mangiarci", più che altro da quella di tramandare e condividere, ci racconta di come la passione e la creatività abbiano animato la sua vita e creato questo posto magico pieno di creature fantastiche, per lo più nei toni del rosa! E di come tanti bambini nei decenni del secolo scorso si siano divertiti nelle acque del torrente che scorre di fianco la casa e si siano nutriti il corpo con i succosi frutti del giardino e i cuori con le storie colorate e avvincenti del Lupo Grigio di Montecoronaro.
Ad un certo punto, una foglia rossa mi sorride sfiorandomi la spalla e, come svegliandomi da un bel sogno, mi accorgo che la luce fuori sta cambiando, oddio, quanto tempo sarà passato?
Con inchini profondi ci congediamo dal Lupo Grigio, lui sa che il tempo di andare è arrivato. Così, sorridendo, apre il cancello rosso e ci saluta con la promessa che avremmo raccontato la storia della sua tana e di come la creatività e la passione riempiano la casa di rosa e di amore."
Il Lupo quando arriva come Animale Guida, ti invita a lasciare il rifugio delle tue apparenti sicurezze, ad andare oltre ai pregiudizi, a distinguere il vero dal falso, a procedere nel tuo cammino, senza soffermarti a dare inutili consigli e superflui giudizi, semplicemente limitandoti a dare il buon esempio e magari a raccontare qualche storia fantastica. I curiosi, ascoltando i tuoi racconti e osservando le tracce rosse della passione che ti anima, quando sarà il loro tempo, seguiranno i tuoi passi, fino a riempire il cuore delle più delicate sfumature di rosa.
Quando ho iniziato a scrivere questo articolo, non mi era chiara la conclusione, non sapevo davvero quale fosse la genesi delle leggende, ma avevo deciso di andare avanti a scrivere per gradi e che lo avrei scoperto narrando e che il Gufo o il Lupo me lo avrebbero detto.
Credo sia stato il Lupo, mentre stavo chiudendo il cancello rosso, a sussurrarmi all'orecchio "ora hai capito come nascono le leggende?"
Sì, Lupo, ora ho capito.
Grazie Lupo.
Grazie Lupo.
Grazie Lupo.
Al prossimo battito di ali che coglierà la mia attenzione, all'impronta di un lupo che troverò sul mio cammino, all'incontro pomeridiano per un tè con una libellula o al sorriso di una foglia che avrà voglia di raccontarmi la sua storia.
Eleonora
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