Secondo il calendario messicano la pietra focaia di ossidiana è stata il simbolo di quest'anno 2020. La pietra focaia o coltello di ossidiana, che di per sé rappresenta la luce, la liberazione dell'energia, il coltello che taglia l'eccesso, congiunto con la costellazione astronomica che si è presentata, esprime un'altra qualità: il 2020 è stato l'anno della completezza e del fiorire.
Andiamo bene! Potreste pensare giustamente. Con tutto quello che è capitato e che stiamo ancora vivendo. Cos'è fiorito? Cosa si è completato?
Eppure, nonostante le difficoltà, i turbamenti, le paure, i disagi, le disperazioni, per alcuni questo è stato un anno di svolta, di fioritura, di completezza, un anno da eroi!
E magari lo è stato anche per te, ma ancora non lo sai!
Come sai mi sto formando nella tradizione messicana Nahual e, oltre ad un percorso personale, frequento un cammino in gruppo. Ogni anno svolgiamo quattro seminari tenuti dal Maestro della tradizione (il dr. Omar Miranda-Novales). Quest'anno nei corsi abbiamo lavorato su alcune importanti figure archetipiche: il viaggiatore, l'alchimista, il giocoliere e l'eroe che diventa saggio (queste figure, oltre ad essere archetipi, sono molto Nahual).
L'ultimo workshop dell'anno s'intitolava infatti "La visione dei saggi".
Attraversare e vivere questi archetipi è stata un'esperienza affascinante, intensa, importante e anche divertente, in particolare con l'alchimista! Cosa facevano gli alchimisti? Il loro compito era di attivare il fuoco interno per trasformare i metalli dell'inconscio e arrivare alla consapevolezza del Sé. È il processo junghiano di individuazione del Sé. Non per questo abbiamo riso, più che altro è stata l'interpretazione del nostro alchimista (Omar) a farci divertire tanto!
Oggi voglio addentrarmi nella figura dell'eroe che diventa saggio,
è quella che sento in questo momento più interessante a livello collettivo,
può accendere un barlume di ottimismo
o alimentarlo laddove è già attivo.
Tra l'altro è anche particolarmente collegata al cavallo
come archetipo e animale guida.
L'eroe nei miti e nelle leggende.
Nei miti e nelle leggende l'eroe è colui che parte per un viaggio con l'obiettivo di salvare, liberare, qualcuno o qualcosa attraversando mille difficoltà. Spesso viaggia a cavallo e la prima prova è proprio riuscire a rimanere in sella. Il cavallo selvaggio simboleggia infatti gli istinti ribelli, il potere personale ancora grezzo, ma prossimo a svilupparsi. Il cavaliere dunque, per non venire disarcionato e vivere pienamente l'avventura, è necessario che impari ad armonizzare gli istinti con mente e cuore. Una volta superate le più roccambolesche sfide, raggiunge la meta, compie vittorioso l'impresa, ottiene il dono e ritorna a casa dove è celebrato da tutti.
Il viaggio dell'eroe.
Questo processo archetipico può essere traslato e applicato al viaggio della vita di ognuno di noi.
Poi sarai tu a dirmi se ti ci ritrovi, se qualcosa ti risuona o ti irrita. Io mi auguro che alla fine tu ti scopra eroe!
È un percorso a tappe, inizia nella quotidianità, nel mondo ordinario, nel punto in cui senti che ti manca qualcosa, quando il mondo ti calza poco e senti la necessità di cercare altro, altre taglie, esperienze, parametri. La ricerca si rivolge verso l'esterno, ancora non ne sei cosciente, ma è così che comincia l'avventura!
Nell'osservazione curiosa della realtà fuori da te, i confini si allargano e qualcosa ti attira, magari l'astrologia o una tradizione particolare che non conoscevi. Prima ti lasci incuriosire, affascinare, poi si insinuano le resistenze, i dubbi.
Nell'incertezza sul proseguire il nuovo cammino avviene l'incontro con il "Maestro" o i "Maestri", possono essere più di uno. La figura del Maestro ti incentiva e invita a continuare, non lo fa incalzandoti, semplicemente mostrandoti la strada, le possibilità o, in silenzio, attraverso il proprio esempio. Continui.
Il punto di non ritorno.
Voglio sottolineare bene questa tappa, perché l'ho sperimentata, come tutto il resto, ma questa mi ha colpita particolarmente.
Tra le perplessità e le incertezze la figura o le figure dei "Maestri" sono incontri importanti che ti aiutano a ritrovare la spinta per proseguire, per capire che sei sulla strada giusta. A volte può essere un incontro anche molto breve, ma che ti rimane impresso perché ti fa fare quel "click" interno. Hai compreso che quello che ti mancava, non esiste fuori da te, ma è da cercare dentro.
Un po' alla volta scopri che "dentro" significa un mondo enorme, interessante, difficile, a tratti pauroso, spesso ermetico,
soprattutto con una logica tutta sua che ti appare vagamente incomprensibile e ti chiedi "sicuro che si tratta di me?".
Arriva un giorno in cui ti domandi "mi serve davvero comprendere tutta 'sta roba? Insomma ho capito che se sono in equilibrio io, non mi serve altro, sono a posto, ma più cerco di comprendere e stabilire un bilanciamento, più il vaso di pandora si allarga e lo squilibrio mi fa l'occhiolino; facciamo che mi fermo un attimo, faccio un piccolo passo indietro, in fondo un minimo di stabilità l'ho raggiunta, ho compreso parecchie cose, mi riesco a gestire, sto meglio. Sì sì, torno indietro un po'." E ti volti.
Aaaah! Non puoi più tornare indietro!
Hai varcato la soglia e adesso quella porta è sparita!
Non è che hai smarrito le chiavi, no no, proprio la porta non c'è più.
A me è successo così, la mia mente analitica e organizzativa aveva creato un suo nuovo ordine e, quando mi sono resa conto che poteva bastarmi, perché andando avanti sarebbe stata un tantino tosta, mi sono detta. "chi me lo fa fare". E invece.
E invece non ero più in grado di fermarmi e tornare indietro di qualche passo, nel mio caso specifico "il Nahual mi veniva a cercare" (questa magari la spiego in un'altra occasione) e, più semplicemente, non esisteva più il contesto da cui ero partita, quindi dove potevo tornare? Praticamente l'unica possibilità era andare avanti.
Gli alleati, i nemici e il lockdown.
Come nelle favole e nelle leggende, ogni eroe incontra gli alleati e i nemici.
I primi sono le persone che ti appoggiano, i secondi sono coloro che ti trattengono, che ti attirano nelle loro ombre, possono essere inconsapevoli di farlo e possono essere anche figure o forze interne.
A questo punto dell'avventura, quando ti sono chiari gli alleati e i nemici che, attenzione, possono continuare ad avvicendarsi, possono essere anche nuovi incontri, diciamo che riesci a distinguere più velocemente gli uni dagli altri, arrivi ad identificare la tua parte "oscura", quella comoda che, nonostante il lavoro di anni, hai evitato di guardare davvero, ti rifiutavi.
Quando VEDI la tua parte oscura all'inizio è terrificante!
Sei in una grotta interna in cui vedi tutto,
questa è la fase del calvario, osservi l'attaccamento a tutto,
all'ego. Ti disperi.
Il dono e il ritorno.
Si scatena una lotta viscerale, ti confronti faccia a faccia con te stesso, senza filtri, senza i travestimenti dell'inconscio, sei nudo/a. Non ci sono luoghi in cui nasconderti, dire "basta", prenderti una pausa. È un continua ed estenuante battaglia che può durare tanto o poco, dipende da quanto resisti. Io non credo che ci sia la possibilità reale di non farcela, ritengo sia più una questione di tempo, a meno che decidi di restare fermo nel tempo del conflitto.
Dopo il lockdown della lotta interna, arriva il DONO
rappresentato dall'archetipo della spada.
Adesso sei pronto per iniziare il viaggio di ritorno!
Sei l'EROE, hai compiuto l'impresa, hai vinto!
Ma non è finita.
Ci sono ancora i nemici, ora vogliono il tuo dono, però li riconosci e scappi, questa è la rinascita!
È il ritorno a casa.
L'elisir e il Saggio.
La tappa finale della tua mirabolante avventura è la presa dell'elisir, che è l'archetipo di quello che incarni con il dono ricevuto.
Ora sei diverso, sei più maturo e centrato, vero.
Adesso inizia un altro viaggio, quello del Saggio.
Ora sei pronto per condividere la tua esperienza, per insegnare.
Il Saggio è un personaggio che si osserva in continuazione,
è aperto, senza giudizio e auto-giudizio, è empatico, sente tutto,
ma recupera più in fretta.
Ad esempio, non è che non soffra, si riprende prima
dalla sofferenza. È più umano.
È l'archetipo di individuazione e guarigione del Sè. Il saggio ha riconosciuto il falso Self, ha intrapreso e concluso il viaggio dell'eroe verso il vero Self. È l'eroe che diventa maturo per essere pienamente se stesso, integrato. Più che un archetipo è dunque un'esperienza. Come afferma Jung, è l'esperienza che completa il destino umano e quello della natura.
E tu? Come è stata la tua avventura da eroe di questo anno 2020? Come stai? A che punto sei? Dove ti senti?
Non importa che tu lo dica a me, è un invito a riflettere, l'importante è che tu sia onesto nel rispondere a te stesso.
Io ti ringrazio perchè sei stato un alleato nel mio viaggio da eroe.
È grazie anche a te che leggi, che mi rispondi, che mi chiedi, che ho trovato la spinta, non solo per continuare a scrivere, ma per proseguire con fiducia e tenacia nell'avventura della "danza della vita".
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